The Amazing Chaos Show

Perchè creadiamo che le illusioni siano reali?

Quando Nietzsche scriveva: “Bisogna avere il caos dentro di sé per partorire una stella danzante”[1] aveva insospettabilmente intuito un elemento cardine dell’illusionismo moderno ,ovvero che la mente del soggetto è parte attiva del processo illusorio. Originariamente il filosofo tedesco faceva riferimento all’eterna lotta tra istinto e ragione e la “stella” prima citata è la parte più autentica dell’uomo che può essere liberata, letteralmente fatta danzare, solo seguendo il caos, l’istinto e le emozioni; anche in questo caso il paragone regge: quando si scopre la ragione dietro l’incomprensibile, il trucco del prestigiatore, la magia finisce. In questo articolo, il tema principale sarà proprio quello del potere della mente, in termini di “potenziale” che gli antichi ritrovavano nel chaos. Nell’articolo tratteremo i seguenti argomenti:

  • Chaos e magia creano realtà
  • Placebo magic
  • Neuromagic

[1] F. Nietsche, Così parlò Zarathustra. Un libro per tutti e per nessuno, Milano, Adelphi, 1968

Chaos e magia creano realtà

Il Chaos e le illusioni di magia hanno questo in comune: creano dal nulla una realtà plausibile, meravigliosa, in alcuni casi persino migliore della verità quotidiana. Come non rimanere incantati davanti a lievitazioni di oggetti, apparizioni di animali e letture della mente? Difronte a un prestigiatore, la nostra attenzione viene inevitabilmente catturata: dalle parole selezionate con cura, dai movimenti caotici delle mani, dal nuovo punto di vista trasmesso, da un’ affascinante storia raccontata.

“La magia è la perfetta analogia di come modifichiamo la realtà per raccontare una storia… e poi scambiamo la storia con la verità”

Queste sono le parole dell’illusionista della mente Derren Brown espresse lo scorso aprile in occasione del suo Talk a TED2019 dal titolo “Mentalism, mind reading and the art of getting inside your art”; inoltre, Derren aggiunge che questo processo di mutazione della realtà/verità, avviene grazie alla struttura della nostra mente: davanti alla complessità della realtà la risposta della mente è quella di semplificarla e di restituirne un determinato punto di vista attraverso un percorso di scelta e di selezione automatico degli elementi su cui concentrare l’attenzione e le energie utili alla comprensione. Il resto del contesto da cui emerge la nostra lettura personale viene quindi, in un certo senso, tralasciato. La selezione di elementi salienti è analoga all’elezione degli eventi di una storia: è per questo che in alcuni casi la realtà sembra così relativa e la verità un concetto arbitrario.

Placebo Magic

Un esempio di come la mente abbia un ruolo fondamentale nel plasmare la realtà è dato dal cosiddetto effetto placebo. Perché le persone assistono a cambiamenti reali in risposta ad un trattamento medico finto? Sono le aspettative del paziente ad avere il ruolo preponderante nel processo di guarigione basato su un placebo, privo di reali principi attivi: per far sì che questo tipo ti cura funzioni, è importante che il contesto sia essenzialmente credibile e che lo stesso placebo abbia l’aspetto di un medicinale reale[2]. A tal proposito, Eric Mead a TEDMED2009 con il Talk “La magia del placebo” spiega come una pillola blu con una incisione sia più efficace di una invece anonimamente bianca e, allo stesso modo, come le dosi contribuiscano a costruire una storia benefica per il paziente: una pillola al giorno è meno efficace di tre somministrazioni.

[2] https://www.verywellmind.com/what-is-the-placebo-effect-2795466

Neuromagic

Ma come fa la nostra mente a costruire una realtà per certi versi così potente? I ricercatori Macknick e Martinez-Conde stanno approfondendo i meccanismi neurologici dietro al processo di costruzione e comprensione della realtà attraverso un metodo innovativo che coinvolge la magia.[3] La coppia di ricercatori ha chiamato questa branca delle neuroscienze “neuromagic”, poiché indaga i meccanismi della mente che permettono di creare le illusioni, o più semplicemente, perché crediamo che le illusioni siano vere. Tra i trucchi più sfruttati dai prestigiatori troviamo la nostra naturale inclinazione di guardare nella stessa direzione in cui guarda l’interlocutore o l’utilizzo di gestualità che seguano linee curve nello spazio per catturare e dirigere la nostra attenzione.

Attualmente gli ultimi sforzi della neuromagia si sono concentrati sugli schemi cognitivi dei soggetti affetti da Alzheimer per trovare strategie che possano catturare la loro attenzione in modo efficace, obiettivo perseguito con i metodi della scienza ma che può creare vere e proprie magie per i pazienti.

[3] https://www.downstate.edu/

Qual è quindi il segreto dell’illusionismo? Forse è proprio nella capacità dell’uomo di lasciarsi incantare ascoltando il caos interiore e a volere credere a realtà possibili diverse da quelle in cui vive, dove i conigli escono dai cilindri e le bacchette sono magiche fino al calar del sipario.

                                                                                                                                               

                                                                                                                                                                                                                                                               Federica Nocerino