Il potere delle storie

Dopo aver sperimentato le modalità con un primo TEDCircles online dedicato al Team di TEDxBustoArsizio, il format (di cui è possibile leggere un approfondimento nel prevedente articolo di blog a questo link) gestito dall’organizzazione di TEDxBustoArsizio, giovedì 30 aprile 2020 è stato aperto a tutti.

Come suggerito dalla casa TED, TEDCircles vuole mettere al centro del dibattito, creato attorno a un tema definito (“A Changing World” per questa prima occasione), l’opinione, la visione e la prospettiva del singolo partecipante, motivo per cui l’evento si mantiene aperto a un numero limitato di persone. L’obiettivo è proprio quello di assicurare la diffusione e la circolazione di tutte le idee appartenenti alla piccola comunità di partecipanti ricreata dal TEDCircles: questa volta i riflettori puntano sulla persona e non sullo speaker scelto.

“Credo proprio che questa sia la parte migliore: scoprire che persone molto diverse, ognuna con la propria storia e background decidono di chiacchierare su temi importanti, provando a scoprire qualcosa di nuovo attraverso il confronto”, afferma Federica, membro del Team di TEDxBustoArsizio.

Alla scoperta della narrazione

È proprio sul tema di connessione tra gli uomini, le idee e la narrativa che si basa la visione del TedTalk tenuto dall’autore George Monbiot al Ted Summit del 2019, di cui si è discusso in occasione del TEDCircles del 30 aprile.

Lo speaker descrive i sentimenti suscitati dal sistema politico più diffuso al mondo: il neoliberalismo definito come ‘un modello esclusivo che permette solo a pochi di arricchirsi, che divide l’umanità in vincitori e perdenti solo per poter compatire questi ultimi per la loro sfortuna’ e che non ha cessato di esistere nemmeno dopo che la crisi del 2008, quando ne aveva dimostrato le fragilità. Monbiot ricerca la causa di questo mancato cambiamento nell’assenza di una nuova storia capace di ispirare le menti delle persone al vero cambiamento.  Perché parla proprio di storia?  Perché è attraverso le storie che gli uomini esplorano il mondo e lo comprendono, decifrano i segnali contraddittori per ritrovarne il senso che, in pochi casi, è un senso logico e scientifico, mentre nella maggioranza è un senso narrativo.

Nel caso del neoliberalismo la storia è fondamentalmente sempre la stessa che ritroviamo in tutti i fatti storici, nelle scelte dei politici, in Harry Potter, Narnia, il Signore degli Anelli, e si tratta della ‘storia di riscatto’:

 “Il disordine affligge la terra, causato da potenti forze oscure che si oppongono al bene dell’umanità. Ma l’eroe si ribella contro il disordine combattendo contro queste forze per riportare l’armonia”.

Proprio la consapevolezza di queste forze fa vivere gli uomini in modo atomizzato e individualistico, costantemente schiacciati tra Stato e mercato in cui la forza dell’eroe, che solitamente si traduce nella forza politica più forte in quel momento storico, risiede nell’impersonificazione della soluzione apparentemente in quel momento adatta a riportare l’armonia persa.

Quale potrebbe essere però una storia alternativa che spezza questo meccanismo del riscatto?

George Monbiot suggerisce di ripartire da un nuovo protagonista: i beni comuni e la cooperazione. Un esempio di bene comune sono gli ‘orti collettivi’ presenti in Gran Bretagna; si tratta di risorse gestite da una comunità secondo delle regole che possano dar beneficio a tutti i membri. Il punto di svolta risiede per Monbiot proprio nella comunità: la creazione di diverse aggregazioni cooperative e solidali potrebbe riequilibrare il divario tra chi ha troppo e chi ha troppo poco distribuendo in maniera omogenea delle risorse. Per Monbiot la nuova storia politica si configura in questo modo:

“il disordine affligge la terra e l’eroe della storia non è più un singolo ma tutti noi che ci rivoltiamo contro il disordine costruendo comunità ricche, attive, inclusive e generose. E nel farlo, riporteremo l’armonia sulla terra”.

Testimonianze da TEDCircles: riflettendo sul tema

In occasione del TEDCircles, ogni partecipante ha portato la propria riflessione rispetto al TEDTalk di Mobiot e all’argomento trattato.

Per molti il momento storico che stiamo vivendo potrebbe essere un’ottima occasione per ‘cambiare la storia’ sotto diversi punti di vista: come ci insegnano alcuni giochi da tavolo, la cooperazione spesso è la chiave per vincere e per poter costruire qualcosa che valga la pena tramandare alle future generazioni; l’obiettivo diventa quindi non solo essere community sui social, ma diventare una comunità nella vita reale, fondandola sul miglioramento di sé e di ciò che ci circonda (come l’ambiente e la ricerca di maggiori business sostenibili).

Nel mezzo di questo slancio di ottimismo però alcune riflessioni emerse riportano anche agli aspetti più negativi degli uomini: seguendo la citazione di Hobbs ‘Homo Homini Lupus’ ci si è chiesti se un cambiamento del genere sia davvero possibile su larga scala. La risposta di TedxBustoArsizio a questa reale difficoltà è però quella di partire dal piccolo, dal locale cercando di offrire sempre qualcosa di valore ed in modo autentico.

L’importanza delle storie che ci raccontiamo: 3 consigli per approfondire l’argomento

Siamo tutti dei ‘cantastorie’, creiamo e componiamo le nostre vite perché spesso non seguono una linea temporale logica ma sono costellate da errori, atti incoerenti, cambiamenti di identità o situazioni assurde e, per dare un senso a tutto ciò, ricerchiamo la coerenza interna tipica di una storia.

Secondo lo psicologo Dan McAdams (famoso Psicologo e ricercatore, professore presso il Dipartimento di Psicologia della Northwestern University), tendiamo a focalizzarci sugli eventi più importanti, siano essi positivi o negativi, perché sono quelli che cerchiamo di capire più attivamente, sono quelli che ci formano e che, allo stesso tempo, spesso rimangono i “più oscuri”. Questo modo di selezionare dei fatti personali per raccontarsi è definito ‘ identità narrativa’ e sono stati individuati dei pattern ricorrenti tra le persone che vengono utilizzati per arricchire la propria vita di senso rendendola raccontabile.  Ad esempio, le persone che tendono a contribuire alla società in modo attivo in vista di una eredità da lasciare alle future generazioni tendono a raccontare una ‘storia di redenzione’: partono da una situazione difficoltosa o negativa e ricercano la redenzione attraverso il miglioramento di sé e degli altri, concentrandosi soprattutto sull’effetto di transizione dal male al bene.

Al polo opposto troviamo la ‘storia di contaminazione’: le persone che raccontano la storia della loro vita secondo questo pattern partono da una situazione favorevole irrimediabilmente ‘contaminata’ e distrutta da un evento negativo che condiziona quindi la loro quotidianità ed il futuro; questo schema interpretativo è riscontrabile in soggetti tendenzialmente più ansiosi, depressi e che vedono la loro vita come un puzzle a cui mancano troppi pezzi per poterlo completare.

Secondo McAdams se raccontiamo storie incentrate sulla crescita, sul senso di comunione e con propositività, possiamo vivere una vita più serena perché più ricca di senso per noi. Ma come poter cambiare la nostra narrativa?  Cambiando le parole, spostando in secondo piano gli eventi negativi e reinterpretandoli in una nuova chiave: questo meccanismo è lo stesso utilizzato in psicoterapia e nelle teorie comportamentali ed è stato dimostrato un valido aiuto nel miglioramento della vita dei pazienti.[1]

Altri contributi di valore sul tema emergono nei seguenti TedTalk:

  1. How Changing your story can change your life” – Lori Gottlieb
  2. How stories shape our world” – Mustafizur R Khan
  3. How events shape lives and how traditional storytelling falls short” – Brooks Brown
[1]  Emily, Esfahani Smith The Power of Meaning: Crafting a Life That Matters , 2017

La tela bianca

Dai preziosi interventi citati emerge chiaramente che riscrivere una storia può intimidire, significa ripartire da capo, da una pagina vuota. Eppure, una tela bianca è allo stesso tempo l’inizio di una nuova libertà: riscriviamo una storia per non lasciare che i fatti decidano per noi e per essere i protagonisti del nuovo racconto.

Un grazie speciale ai partecipanti del primo TedCircle per aver contribuito alla scrittura di una piccola parte della storia di TedxBustoArsizio.

Grazie a: Ambra, Anna, Elena, Eloisa, Lara, Lorenzo, Luca A., Luca B., Nadia.

                                                                                                                                                                                                                                                                    Federica Nocerino